Marco La Donna
Marco, con vent’anni di esperienza nel settore Real Estate, ripercorre il suo viaggio nel mondo immobiliare: una storia di crescita, sfide e successi. Dalla timidezza iniziale alla leadership, racconta come la passione e la capacità di adattarsi lo abbiano portato a costruire un percorso ricco di relazioni e soddisfazioni.
Reinventarsi per crescere
Se penso alla mia vita oggi, non posso fare a meno di sorridere. C'è un senso di realizzazione che non avrei mai immaginato di raggiungere quando, a vent'anni, mi affacciavo timidamente al mondo del lavoro. Vedere vent’anni di esperienza alle mie spalle mi sembra incredibile, come un libro che si riempie di capitoli sempre nuovi e avvincenti. Ogni giorno mi riserva una sorpresa, una sfida, un'opportunità da afferrare con entrambe le mani. Ma se mi fermo e guardo indietro con onestà, so che nulla di questo sarebbe stato possibile senza la mia forza d’animo e il mio team – il motore che mi aiuta a trasformare i sogni dei clienti in realtà.
Quando ripenso a quel giovane di vent’anni che ero all’inizio della mia carriera, mi chiedo spesso: “Di cosa avevo paura?”. Ero timido, introverso, senza una chiara direzione su cosa volessi fare nella vita. L'università non faceva per me, e il pensiero di sprecare il tempo e i soldi dei miei genitori mi pesava. Quasi per caso, mi sono imbattuto nel mondo immobiliare, un settore che all'epoca sentivo lontano e sconosciuto. Parlare con i clienti, negoziare, comprendere i bisogni delle persone... sembrava tutto così distante dal mio carattere. Ma, un passo alla volta, ho iniziato a lasciarmi andare. Ho capito che non si trattava solo di vendere case, ma di ascoltare storie e creare connessioni. E così, piano piano, quel ragazzo riservato ha trovato la sua voce.
Il mio viaggio professionale è iniziato nel 2003, quando, ancora giovane e incerto, mi sono tuffato nel mondo immobiliare. Ricordo ancora la mia prima vendita: non fu solo un traguardo, ma una vera e propria battaglia vinta. Si trattava di una casa che sembrava destinata a rimanere chiusa per sempre, con venti eredi coinvolti. Un puzzle complesso, quasi impossibile da risolvere, ma non mi sono arreso. Ho fatto decine e decine di telefonate, cercando di mettere insieme tutti i pezzi e, alla fine, ci sono riuscito. Ho ottenuto l'incarico e ho concluso la vendita senza nemmeno fare una visita: il vicino ha acquistato la casa immediatamente. Mi sono sentito invincibile, come se il mondo si fosse aperto davanti a me.
Nel 2007 ho scelto di seguire il mio istinto e aprire la mia prima agenzia a Termoli. Ero giovane e pieno di speranza. Ma la vita, si sa, ama mettere alla prova i sognatori. La crisi mondiale del 2006, che a Termoli ha colpito duramente nel 2010, mi ha travolto come un’onda in piena. Notte dopo notte, tra ansie e dubbi, ho capito che non bastava resistere: mi sono dovuto evolvere, reinventare ed adattarmi a un mercato che cambiava sotto i miei occhi.
Nel 2015, insieme a mio fratello, ho deciso di entrare a far parte di Gabetti, segnando una nuova fase della mia vita professionale. Ho compreso che la mia agenzia non avrebbe mai potuto crescere davvero se non avessi imparato a fidarmi degli altri. Quella lezione, tanto difficile quanto liberatoria, ha trasformato il mio modo di lavorare. Mi ha permesso di supervisionare con maggiore serenità e cogliere nuove opportunità: come prendere parte all'apertura dell’ufficio di Foggia.
Il territorio pugliese evoca in me sentimenti contrastanti. Da un lato, c'è la complessità e le difficoltà evidenti che caratterizzano questo luogo. Dall'altro, sento un legame profondo con queste terre, dove affondano le mie radici e quelle dei miei genitori, originari di San Severo.
Vedere gli uffici di Campobasso e Foggia guidati oggi da persone che un tempo erano miei collaboratori, è un traguardo personale importante. Hanno intrapreso un percorso di crescita che li ha portati a realizzare il loro sogno di diventare titolari di un'agenzia propria. Questo è la dimostrazione concreta del percorso di crescita che le nostre agenzie possono offrire: un cammino che permette di evolvere, superare sé stessi e costruire qualcosa di significativo, non solo per sé, ma per la comunità che ci circonda.
Il cambiamento è una costante in questo mestiere, e io l’ho imparato sulla mia pelle.
Insieme a mio fratello abbiamo affrontato sfide e celebrato traguardi, costruendo qualcosa di davvero speciale. Nel 2023 le nostre strade professionali si sono divise: oggi lui guida le agenzie di San Salvo, mentre io mi dedico a quelle di Termoli e Campomarino. È stata una separazione serena, e oggi sono orgoglioso di come entrambi abbiamo saputo trovare il nostro percorso. Nessuna amarezza, solo rispetto e una profonda consapevolezza di chi siamo e di cosa vogliamo costruire.
Ho abbracciato forte il cambiamento e anche quando le vecchie tecniche – il porta a porta e il telemarketing – hanno smesso di funzionare, ho capito che dovevo nuovamente reinventarmi. Ho scelto di mettermi a nudo sui social e di mostrare chi sono, con tutte le mie sfide e imperfezioni. La gente ha visto in me una persona reale, non solo un venditore. Questo ha creato un legame nuovo, autentico, che ha dato nuova linfa al mio lavoro.
Ma la vita è anche altro. Negli ultimi anni ho imparato a bilanciare la mia vita professionale ritagliandomi del tempo da dedicare a me stesso. Ad esempio gioco a basket una volta a settimana con gli amici, e di recente mi sono innamorato del padel. Sono momenti che mi prendo per ricaricarmi e per tornare al lavoro con occhi nuovi e mente fresca.
Partecipare al progetto #WeAreMakers ha dato voce alla mia storia. Oggi non si tratta più solo di vendere case, ma di raccontare chi siamo e di mostrare la nostra autenticità. Per me, essere un Maker significa essere parte di un movimento che spinge il marchio verso il futuro. Essere parte di questa campagna istituzionale è un grande onore, ma non lo vedo come un punto di arrivo. È piuttosto una tappa di un lungo percorso, un viaggio che mi spinge a migliorarmi ogni giorno. Non penso mai al successo come un traguardo finale. Credo che il segreto sia concentrarsi su ciò che si può fare oggi, nel presente. Il resto verrà da sé.
Oggi, a quarantuno anni, mi guardo indietro e vedo un percorso fatto di successi e fallimenti, di sfide vinte e perse. Ma ciò che conta davvero è la crescita continua, quella voglia di migliorarsi che non si spegne mai. Ogni giorno mi avvicino sempre di più alla persona che voglio diventare. Questo viaggio, per me, è tutto.