Francesca Ambrosio
Francesca è una giovane consulente, dinamica e con una visione moderna nel panorama immobiliare Gabetti. Ha saputo trasformare il suo lavoro in qualcosa di più: una missione per rendere il mondo immobiliare più accessibile e comprensibile a tutti, soprattutto ai giovani.
Dove il cuore incontra il successo
È strano pensare che tutto sia iniziato da una bambina che, durante le estati in spiaggia, vendeva pietre dipinte ai bagnanti. Ero piccolissima, ma già allora provavo eccitazione per la vendita, per il contatto con le persone. È una sensazione che non mi ha mai abbandonata.
Dalle scuole medie in poi, è emersa la mia vena creativa e commerciale: ho cominciato a vendere orecchini, collane, qualsiasi cosa potesse essere trasformata in un piccolo affare. Non era solo un modo per guadagnare qualche soldo, era come se sentissi il bisogno di dare vita a qualcosa di mio. Poi, crescendo, la mia curiosità imprenditoriale si è adattata ai tempi. Ho iniziato a vendere borracce e, durante la pandemia, addirittura mascherine. Era quasi un gioco, ma uno di quelli che ti fa capire quanto sia importante cogliere il momento giusto, adattarsi, essere sempre un passo avanti. Infatti, quando è arrivato il momento di scegliere cosa studiare, non ho avuto dubbi: economia. Non era solo una scelta accademica, ma la continuazione naturale di quello che avevo sempre fatto.
Il mondo immobiliare invece è entrato nella mia vita grazie a papà. Sin da piccola, durante le lunghe estati senza scuola, mi portava con sé in agenzia. Per me era un'occasione preziosa per trascorrere del tempo insieme a lui, tra scartoffie e annunci, ma anche per immergermi in un universo che ancora non conoscevo. Mi affidava piccoli compiti di segreteria, e ogni tanto mi permetteva di pubblicare qualche annuncio. Era in quei momenti, leggendo le informazioni di ogni immobile, che cominciavo a scoprire un mondo affascinante nascosto dietro le pareti di ogni casa. Ogni ambiente raccontava una storia, ricordi, emozioni e vite vissute. Forse è proprio questo che mi ha conquistato: l’idea che, attraverso questo lavoro, posso dare nuova vita a un immobile. C’è qualcosa di profondamente emozionante nell’offrire a un luogo una seconda opportunità di vivere e respirare attraverso le esperienze di chi lo abiterà. È stato in quei momenti che ho iniziato a sentire che, in fondo, quello era anche il mio mondo.
A 19 anni, quando papà mi ha affidato la gestione dei profili social dell'agenzia, mi sono sentita incredibilmente responsabile. Io? Portare un marchio storico come Gabetti nel mondo dei like e dei follower? Mi sembrava un compito enorme, quasi troppo grande per me. Il mondo dei social per mio padre, come per tanti della sua generazione, non è ben visto – soprattutto da chi crede ancora che per vendere case sia sufficiente un buon cartello in vetrina. Ma papà aveva fiducia in me, e questo mi ha dato la forza di provarci.
Il primo video che ho pubblicato è stato un salto nel vuoto. Timida, impacciata, mi sentivo un pesce fuor d’acqua. Ma ho deciso di mostrarmi per quella che sono, senza filtri. E pian piano le persone hanno iniziato a seguirmi, a riconoscermi, a chiedermi consigli. Era strano, quasi surreale. Non è stato facile affrontare i giudizi, specialmente quelli dei miei coetanei. Avevo paura di essere ridicola, di fallire davanti a tutti. Ma a un certo punto ho capito una cosa: le persone giudicano comunque, quindi tanto vale essere giudicati per qualcosa in cui credi davvero. Da quel momento ho smesso di nascondermi e ho iniziato a costruire la mia community, passo dopo passo. Finché un giorno un avvocato di Nocera mi contatta grazie a un video su Instagram: voleva che fossi io a vendere la sua casa! Quella chiamata è stata la conferma che aspettavo, che tutto questo non era un colpo di fortuna, che stava funzionando.
Una delle esperienze più gratificanti è stata vendere una casa sulla Costiera Amalfitana in soli sette giorni, mentre altre agenzie ci avevano provato per mesi senza risultati. Il mio segreto? I social e un po’ di creatività. Ho imparato a realizzare render da sola, mostrando ai clienti come poteva trasformarsi l'immobile. Prima di girare i video, mi occupavo di migliorare gli spazi: cambiavo colori, arredi e cercavo di far risaltare la luminosità degli ambienti. Questo lavoro permette alle persone di vedere il vero potenziale della casa, un aspetto fondamentale per ogni vendita. E non mi fermo qui: presto collaborerò con una videomaker per rendere i miei contenuti ancora più accattivanti e coinvolgenti.
Ad oggi, posso dire di aver costruito qualcosa di mio, nonostante gli impegni universitari e le mille sfide quotidiane. La maggior parte delle vendite e degli incarichi che ricevo arriva grazie alla community che ho creato sui social, dove Instagram è diventato il mio canale principale. Ma non è solo una vetrina per le case: è un luogo dove mi connetto con le persone, dove offro consigli, condivido pezzi della mia quotidianità, e creo fiducia. Una fiducia vera, nata dalla trasparenza e dalla volontà di mostrarmi con tutte le mie sfumature.
Ogni giorno, attraverso i miei social, cerco di raccontare non solo il mio lavoro di consulente immobiliare, ma anche chi sono come persona. Non mi limito a condividere le case che vendo o i consigli che offro, ma porto il mio pubblico con me in ogni aspetto della mia vita. Dai momenti di volontariato, come quando andiamo a servire la colazione in ospedale, fino agli eventi professionali come "Making Connections – Road to the Future", i Roadshow aziendali organizzati da Gabetti Franchising, a cui ho avuto l'onore di partecipare come uno dei volti della nuova campagna istituzionale “We Are Makers”.
È importante per me che chi mi segue veda che, dietro al lavoro, c’è una persona vera, con valori e impegni che vanno oltre le vendite. Questo mi aiuta a creare un legame, perché la fiducia nasce anche dalla trasparenza con cui condivido ogni parte del mio percorso.
E non mi fermo al mondo digitale. Ho riportato quella stessa connessione anche nelle strade della mia città. Ho progettato campagne pubblicitarie, ho messo letteralmente il mio volto sui cartelloni, accanto a quelli di chi ha venduto o comprato casa con noi, persone conosciute e amate in città. Sono sicuramente scelte audaci, ma sento che per creare un legame forte devo puntare sulla familiarità, su quello che rende il nostro lavoro più umano. Quando vedo la gente fermarsi davanti a quei cartelloni, scattare una foto, sorridere riconoscendo un volto amico, capisco che sto riuscendo a fare qualcosa di più di una semplice vendita: sto costruendo una relazione con la mia comunità. Sto lasciando un segno, e quella fiducia che sto ottenendo è la mia vittoria più grande.
Essere tra i “Maker” è la dimostrazione che Gabetti Franchising non ha paura del progresso, di credere nelle nuove generazioni e nelle loro idee. Partecipare ai Roadshow, confrontarmi con colleghi che, come me, hanno deciso di abbracciare il cambiamento, mi ha fatto capire che siamo parte di qualcosa di più grande. Non siamo solo consulenti, siamo una rete di persone che sta trasformando il modo di vivere e lavorare nel settore immobiliare.
“We are Makers” non è solo uno slogan. È una dichiarazione d’intenti. È un segno che indica la strada da seguire. Qualcosa che si costruisce giorno dopo giorno con coraggio, impegno e, soprattutto, con il cuore. Ed io sono pronta a fare la mia parte.