“Making the Future” non è solo lo slogan che accompagna il processo di evoluzione rappresentato dal nuovo modello operativo per la Rete: è una storia che si scrive giorno dopo giorno e che si arricchisce con le esperienze e i successi dei colleghi affiliati di ieri, di oggi e domani.
Nel corso di tutto lo scorso anno, a questa storia sono state aggiunte tante nuove pagine: oltre 150 agenzie aperte ed in apertura oltre ad una lunga serie di incontri, eventi, appuntamenti, che hanno contribuito a rendere il racconto sempre più affascinante.
Ma questo è solo l’inizio, e tanto ancora resta da scrivere.
A riassumere quanto è successo negli ultimi mesi – e ad anticipare quello che accadrà nei prossimi anni – le parole del Consigliere Delegato di Gabetti Franchising Claudio Sugamosto.
È passato poco più di un anno dal momento in cui hai iniziato a proporre il nuovo modello alla Rete: raccontaci come è andata questa prima fase e quali sono i risultati che ti rendono più orgoglioso.
Siamo partiti con delle aspettative molto alte, e con grande soddisfazione posso dire che siamo riusciti a rispettarle tutte nonostante l’obiettivo fosse davvero molto ambizioso.
Abbiamo avuto la possibilità di effettuare tanti colloqui per lo sviluppo, riunioni interne con la rete e i “Meethink” areali e regionali che hanno fatto seguito alla convention di aprile scorso. Abbiamo lavorato parallelamente su incontri di affiliazione e di gestione. Questo è un punto fondamentale, perché sin dall’inizio abbiamo scelto di non arrivare all’obiettivo di 1000 nuove agenzie entro il 2026 puntando solamente sull’apertura di nuove agenzie da parte degli oltre cinquecento colleghi già affiliati.
Con le nostre scelte abbiamo invece puntato a stimolare il mercato esterno, come le agenzie no brand o agenzie di altri gruppi. E questa strategia ci ha premiato, con oltre 150 nuove agenzie e in fase di apertura.
Cito un esempio: a Napoli abbiamo acquisito cinque agenzie del territorio partenopeo, di cui quattro immobiliari diventate Gabetti e una di natura creditizia diventata Monety. Si tratta di una realtà storica con oltre vent’anni di esperienza e oggi ha scelto di entrare in Gabetti e abbracciare il nostro cambiamento.
Napoli in particolare è un caso di successo di cui sono davvero orgoglioso: in otto mesi siamo passati da undici agenzie a diciannove, con altre ancora in fase di apertura. Tutto questo è stato possibile con lo “shock” generato dal nostro nuovo modello operativo, che offre la possibilità di operare senza vincoli di zone in esclusiva.
Così è successo anche in altre città, come Bologna, dove un gruppo di agenzie appartenenti a un altro gruppo in franchising ha scelto la nuova insegna e i colori unici di Gabetti. E questo ci dimostra che abbiamo una forte attrattiva verso l’esterno.
Il caso di Napoli dimostra anche con forza quelle che sono le opportunità a livello di prospettive di crescita personale che può offrire un grande Gruppo come Gabetti: un collega, tra i migliori affiliati di Napoli, grazie alle sue skill, alla sua esperienza e ai risultati ottenuti, è stato nominato Direttore di Santandrea a Napoli. La Rete ha quindi in questo caso fatto emergere un manager del nostro marchio Luxury, andando a creare un nuovo modello di crescita interna.
Possiamo pertanto affermare che in questo primo anno abbiamo davvero fatto molte cose e le soddisfazioni ce ne siamo tolte davvero tante.
Quali saranno quindi i prossimi passi per continuare in questo processo?
C’è ancora fame di comunicazione e cambiamento. In questi mesi abbiamo comunicato tanto e dobbiamo continuare a farlo per far conoscere al mercato quello che abbiamo fatto e stiamo continuando a fare.
A questo aggiungo altri tre punti focali: il primo è quello della continua modernizzazione della Rete attuale. Aumentando il numero di agenzie, e facendolo come già detto aprendoci al mercato esterno, ci troveremo presto ad avere metà agenzie “tradizionali” e altrettante che invece costituiscono una “new generation”. È importante quindi che da parte di tutti gli affiliati ci sia il coraggio di far parte attivamente del cambiamento, continuando a sottolineare la necessità di rinnovarsi ed evolversi, mantenendo allo stesso tempo il rispetto per quella che è la tradizione all’interno della Rete.
Il secondo punto focale è quello di continuare a puntare sulle nostre figure più meritevoli, che sono e saranno i nostri migliori Brand Ambassador.
Il terzo è portare avanti una visione ampia e completa, che avvicini ulteriormente le dinamiche del Franchising a quelle del Gruppo, in una sola entità coesa e coordinata.
Prima hai citato i “Meethink” che hanno avuto come primo appuntamento la convention di aprile 2023, che aveva come motto “Making the Future”, che tuttora continua ad accompagnare il processo di cambiamento. A distanza di nove mesi, cosa significa per te “Making the Future”?
Il significato si conferma e si rafforza. Il senso principale di “Making the Future” era la possibilità e la necessità di costruire il nostro futuro insieme. Questi ultimi mesi ci hanno dimostrato che possiamo farlo: lo abbiamo già fatto durante tutto il periodo, giorno dopo giorno.
Anche i pochi più scettici, grazie a questo approccio, si sono resi conto che abbiamo davvero aperto una porta al futuro. Tutto il significato che è racchiuso in “Making the Future” è emerso in maniera forte e concreta, permettendoci di avvicinarci anche a chi inizialmente si muoveva con una certa prudenza.
Quindi è ancora attualissimo e deve continuare a essere il nostro mantra per i vecchi e i nuovi affiliati.
Quali sono gli insegnamenti più preziosi che ti hanno lasciato questi mesi di esperienza con lo sviluppo di un nuovo modello?
Innanzitutto posso dire che quello che all’inizio era solo un pensiero oggi è diventato realtà. Lo abbiamo reso tale lavorando tanto, mettendoci tutto il nostro integrale impegno e questo mi ha insegnato che anche se sposti l’asticella molto in alto, puoi sempre trovare la forza per riuscire a saltarla.
Ho imparato che seguire il cliente anche fuori dai propri confini e dalla propria zona di comfort porta soddisfazioni a noi operatori e alla nostra clientela. La libertà operativa permette al cliente di non sentirsi semplicemente un “prodotto” che viene passato da un’agenzia all’altra in base all’agenzia di riferimento. Questa politica di gestione delle zone ha reso il rapporto freddo, e a rimetterci era in primis il cliente, perché ogni volta che passava da un’agenzia all’altra doveva ricostruire un nuovo rapporto empatico, cosa tutt’altro che scontata.
Da tutto questo ho imparato che il coraggio premia e che muoversi in una direzione che va verso l’innovazione può essere rischioso ma stimolante. Quando un grande Marchio come Gabetti punta una cosa o un obiettivo, può farla e farla bene, perché Gabetti ha una storia ed una forza Corporate e di Rete che non hanno eguali in Italia.
Ho avuto la conferma che siamo unici, e dobbiamo continuare a dimostrarlo accettando nuove sfide e vincendole tutte, una ad una.
Per concludere, ti va di lanciare un messaggio ai nuovi affiliati di oggi e a quelli che saranno i nuovi affiliati di domani?
Il messaggio che posso dare è quello che dico sempre a chi ha delle piccole perplessità: l’unica cosa di cui ci si può pentire, decidendo di entrare nella Rete Gabetti, è non averlo fatto prima.